14.11.13

gender gender

Non ricordo più quando cada il compleanno di mio nonno (20 marzo) e neanche l'anniversario di quando è morto (11 gennaio 1993). Ho un ricordo ancora forte di lui: una domenica dopo pranzo mi ha bucato un palloncino con cui stavo giocando rumorosamente facendomi restare impietrita. Mi vennero delle lacrime ma senza pianto e mi misi a disegnare non pensando più al palloncino.
Questo non è l'unico ricordo, ce ne sono tanti altri e tutti molto divertenti, tra gli altri: mio nonno vestito da donna con le lunghe camiciole/sottovesti di mia nonna Assunta. Nell'età in cui gli adulti esercitano il potere di farti apparire/diventare qualcosa che non sei e la mente è una spugna che assorbe atteggiamenti e meccanismi che inevitabilmente riproporrai da adulto, ero circondata da persone che non mi hanno mai imposto un atteggiamento preciso da tenere ma che invece, suppongo inconsapevolmente, mi hanno educata alle differenze. Ora, per fare degli esempi semplici, nella mia famiglia (almeno nella parte paterna) gli uomini facevano le pulizie, la spesa, cucinavano e lavavano i piatti. Nessuno mi impediva di giocare con le macchinine di mio fratello ma comunque non mi hanno mai negato Barbie e fumetti per cui andavo pazza.
Mio nonno si divertiva a travestirsi da donna creando delle scenette con altri suoi amici che si travestivano a loro volta e tutti i presenti (mogli e figli compresi) si divertivano un mondo. Lui e i suoi amici lo facevano per gioco l'estate ma se penso a tutte le volte che da piccola vedevo un travestito in strada o semplicemente un uomo effeminato, non ricordo gravi episodi di discriminazione né tanto meno di grave omofobia, almeno nella mia famiglia.
A Napoli la figura del Femminiello é riconosciuta dal tessuto sociale tanto da renderlo una figura indispensabile per il gioco della tombola ancora oggi, e tante altre cose...
Per esempio loro hanno coscientemente scelto di cantare nei cabaret e ai matrimoni, lei di fare la pescivendola ma poi lei è stata elegantemente mandata in pensione. Ed ecco com'è stato l'ultimo Gay pride a Napoli. Questo per darvi un quadro del contesto generale in cui ho vissuto fino a 19anni.
Liberatore americano importuna giovane napoletana (Mario Portolano)
In realtà mi sono accorta, da quando sono emigrata a Bologna, che ignoravo completamente l'universo LGBT. Non che non avessi amici omosessuali sia a Bologna che prima, ma vuoi perché "si ok gli amici ma io che ci vado a fare al Cassero" sia perché semplicemente avevo altro da fare. Quel mondo lì non lo sentivo "mio". Più avanti ho capito che non necessariamente devi essere gay, lesbica o transessuale per comprendere che quel tipo di discriminazioni posso riguardare anche te e il genere a cui appartieni. A un certo punto mi sentivo comunque "diversa" anche se a tutti gli effetti donna e donna etero. Penso che sia stato anche grazie alla mia educazione che ho avuto l'opportunità e la capacità  di intraprendere una storia con una persona che, soltanto oggi dopo 4 anni insieme, sta intraprendendo un percorso per riavvicinarsi al genere che sente più suo grazie al MitE io non mi sento meno etero di prima o meno vicina al genere a cui sento di appartenere. 
Mi ritengo fortunata quando dico che i miei genitori lo sanno e ne sono stati felici fin da subito. Non tutti possono dire di aver avuto la stessa accoglienza.
Tutto ciò per dire che non sono scontate le riflessioni che vengono sollevate dalle cause per le persone omosessuali e transgender. Perché sono riflessioni universali e che devono prescindere dal nostro orientamento sessuale. Nessuno dovrebbe discriminare nessuno ancor di più non in base al suo orientamento di genere. Educare alle differenze e alle sfaccettature che un'identità può avere è necessario.
E benvengano festival come: Divergenti (da quest'anno anche a Napoli) e il Gender Bender e anche il progetto europeo Performing Gender (a cui ho preso parte) grazie al quale ho avuto modo di conoscere e vedere luoghi in cui in 7 anni non ero mai stata. Sarebbe bello ce ne fossero in ogni città italiana, come i gaypride, ma stando attentx e alla larga dall'autoghettizzazione.
Mi hanno fatto riflettere su quanto, direttamente o indirettamente, tutti adesso possiamo godere dei frutti delle battaglie che altri/e/ hanno fatto per noi. Ma non era scontato.
final sharing performing gender 28-10-2013- traduzioni Elisa D'Errico

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